lunedì 28 novembre 2011

libertà..

Nessuno è libero se non è padrone di se stesso.

                                                      Epitteto

lunedì 14 novembre 2011

About me...

ROBERTA BONONI
E l'indagine della vita nascosta degli oggetti

Quale direzione prendere? La storia dell'arte ci propone , in molte occasioni ,certezze nel presentarci artisti che sembrano non aver avuto dubbi , consapevoli della strada da seguire , ma sarà sempre stato così ?
E gli artisti contemporanei sanno sempre ciò che è meglio per loro?
Molte domande in questo inizio di testo , molte domande che mi sono posta guardando e riguardando le opere di Roberta Bononi.  Nell'analisi di questa promettente artista voglio per la prima volta iniziare dalla fine. Voglio discostarmi dagli accademismi e avviare un discorso sull'artista avendo come punto di riferimento le sue opere più recenti.
Roberta Bononi è agli esordi, ha quell'umiltà tipica di chi sa di amare ciò che fa e di chi vuole apprendere quanto è più possibile dai maestri , mettendosi in discussione , per sperimentare e trovare la strada giusta , quella che le darà maggiori soddisfazioni : come un abito, anche la pittura può essere più o meno scomoda e Roberta Bononi sta cercando il suo abito più confortevole, quello che la faccia sentire a proprio agio.
Le sue opere ultime, United Colors (un servizio da the) e Simply-red (un piccolo vaso di vetro con pomodori di Pachino), raggiungono una sorprendente efficacia e, in modo particolare per la composizione del servizio da the, un impianto compositivo sicuro, che assegna ad ogni oggetti il giusto spazio ed a ogni colore il proprio equilibrio, evitando affollamento e disordine.
Nel primo dei dipinti citati, la luce colpisce gli oggetti con un fare iperrealistico che in qualche modo li va a raffreddare, accentuando la percezione metallica: sono tazze e teiere mai utilizzate, appena posate sul tavolo, pulite, ancora perfette, se non fosse per quel piatto rosso quasi casualmente capovolto.
I pachino, rossi e brillanti di luce, sono contenuti in parte all'interno del vaso di vetro che funge da lente di ingrandimento, in parte debordano con amabile delicatezza sul tavolo.
Non è una colta citazione di Vanitas (caducità delle cose) e va ben oltre la mera rappresentazione della realtà: stiamo osservando una meticolosa ricerca della vita che è insita in ogni cosa.
Roberta Bononi per parlare di sè cita Morandi, quando dice di voler "esprimere ciò che è nella natura, cioè nel mondo visibile, è la cosa che maggiormente mi interessa" e il suo sguardo da artista pare fare di più, andando oltre: la cura del particolare, l'attenzione per la luce e per l'acqua superano di gran lunga la normale percezione del reale. Amo l'essenzialità, penso che un qualsiasi oggetto, con la luce giusta, possa diventare il protaginista di una scena, anche da solo, in un quadro. Questo punto di vista viene dalla mia passione per la fotografia, infatti interpreto i miei scatti footografici nei miei quadri, mi dice Roberta nel presentarsi.
Inizia a studiare disegno e pittura verso la fine degli anni '90, riscoprendo la sua passione per l'arte, dapprima frequentando corsi serali, per avvicinarsi poi al maestro Roberto Nezzi dell'Accademia Cignaroli di Verona: impara le tecniche pittoriche nello studio del maestro, si avvicina alla pittura da allieva, andando a bottega, nella maniera più classica del percorso formativo di un pittore, riproducendo opere dei grandi maestri del passato da Antonello da Messina a Leonardo, Hayez, Velasquez e realizza le sue prime nature morte, laddove scopre il piacere della ricerca dell'essenza e della vita insita in ogni cosa che osserva. Sono di questo periodo le prime coppe di frutta che lasciano intravedere già il promettente talento.
Da Verona si trasferisce in Toscana e, dopo un periodo di assenza dalle scene, riprende a dipingere producendo delle interessantissime ceste di frutta come ad esempio O.M.G. Free (una composizione di melagrane), dimostrando grandi capacità e un crescente interesse per materiali quali il vetro e l'acqua: sembra quasi che più un soggetto presenti delle difficoltà più affascini la nostra artista che non si spaventa di fronte ai necessari tempi lunghi che una pittura così accurata richiede, in particolare per l'asciugatura delle velature.
Tenta, spinta dalla voglia di sperimentare e stimolata dall'opera del maestro Nezzi, un percorso indirizzato alla pittura metafisica, con un dipinto dal titolo Terra di Canaan.Nonostante il chiaro tentativo di avvicinamento alla metafisica emerge, fluido e privilegiato, un interesse quasi maniacale per l'oggetto: basti osservare le iperrealiste venature degli spicchi di arancio, appena sbucciato, a dimostrazione che anche laddove la mente vuol sperimentare, l'istinto e il piacere di questa pittrice è per le cose, per la loro natura, come soggetto della sua arte. La fotografia, grande passione di Roberta Bononi, le permette di ricercare l'essenza degli oggetti e, con l'acquisizione di sempre maggior sicurezza, le consentirà di cambiare angolazione, sperimentando nuovi scenari e nuovi punti di vista.
Nell'osservare i suoi dipinti ho pensato, in relazione a precisione e delicatezza accompagnate alla perfezione che conferisce ai suoi oggetti nello spazio, ad un'artista contemporanea attiva sulla scena italiana, Patricia Glee Smith, così come ad un altro artista americano, Richard Estes, che, proprio partendo dalla fotografia, indaga gli oggetti, li analizza, direttamente o riflessi in un vetro. Artisti che solo apparentemente indagano la realtà, ma che vanno ben oltre la percezione visiva.
Non è astrattista Roberta Bononi, non è concettuale, non appartiene alla transavanguardia, non all'arte povera, sappiamo cosa non è Roberta Bononi, ma non la iscriviamo ancora in una corrente, forse non è ancora il momento o, forse anche per fortuna, non verrà mai quel momento. Vede la realtà, la racconta a modo suo, cerca la vita delle cose, le piace trovarla e farcela conoscere, dare ruolo agli oggetti che diventano soggetti.
Roberta sta cercando il suo abito e una cosa l'abbiamo capita: quando lo trova, lo indossa con grande charme.

                                                                                              ( Chiara Vignola )

giovedì 3 novembre 2011

Malinconicamente solare

"Onestamente non sono curiosa delle vite degli altri.
 Mi faccio viva quando noto qualcosa di simile alla mia.
 Per il resto non ho interesse di scoprire cosa lì abiti.
 Sarebbe solo una momentanea voglia di uscire dal mio guscio per prendere una boccata d'aria.
 Sarebbe irrispettoso.
 Io guardo....e mi dispiace , dico davvero, per tutto ciò che non sento. "